La Valle di Angheraz è una delle più ampie, selvagge, imponenti e affascinanti vallate di tutte le Dolomiti. Non ci sono strutture ricettive e nemmeno strade che salgono in Val Angheraz, perfino i sentieri che portano alla fine della immensa vallata sono difficili e secondo alcuni "esageratamente lunghi".
Per chi ama la montagna intatta, reale, "dura e pura" ed è alla ricerca di un ambiente maestoso ed isolato questo angolo di Agordino è la risposta giusta. I sentieri "esageratamente lunghi" per chi ha un po' di confidenza con la montagna ed è allenato risultano in realtà essere "esageratamente attraenti".
La difficile ed impegnativa escursione della Forcella dell'Orsa, detta anche "Il sentiero del Dottor" è l'itinerario perfetto per ammirare la Valle di Angheraz.
Oltre ad attraversarla tutta, durante la salita della verticale Ferrata dell'Orsa, la si può ammirare da dei punti di vista a dir poco privilegiati. Ma per godersi lo spettacolo della Valle di Angheraz c'è un prezzo da pagare: i sentieri, gli avvicinamenti e le ferrate di questa zona sono tutte lunghissime e difficili.
I dislivelli da fare richiedono un ottimo allenamento ed il terreno che si attraversa necessita di una buona confidenza con il terreno di alta montagna.
La ferrata della Forcella dell'Orsa è la parte più difficile del Sentiero del Dottor, l'itinerario che mette in comunicazione la Valle di Angheraz (Agordino) con la Val Canali (Primiero).
Ferrata dell'Orsa
La via ferrata fa parte del Sentiero del Dottor un lungo itinerario che collega l'Agordino con il Primiero.
Una volta giunti in ferrata non ci sono molte vie di fuga, anzi nessuna a meno di non percorrere la via ferrata in discesa. Quindi è una escursione che va programmata e preparata molto bene prestando particolare attenzione alle condizioni meteo (che devono esser stabili e buone per tutta la giornata) e all'allenamento che deve essere piuttosto buono.
Si può parcheggiare in località Col di Prà dove termina la strada asfaltata che percorre tutta la spettacolare Valle di San Lucano nel Comune di Taibon Agordino. In corrispondenza del parcheggio c'è il cartello che indica la strada forestale da prendere.
La prima parte corre sul greto del torrente Tegnas o nelle immediate vicinanze. I danni del disastro Vaia si vedono bene e si vedranno ancora per molti anni. Questo per sottolineare che la prima parte del sentiero va "interpretata" seguendo le tracce del sentiero nuovo, sentiero vecchio e le parti "in costruzione" (queste ultime cambiano dopo ogni acquazzone).
Il rumore delle limpide acque del torrente Tegnas fa da compagnia per tutte la prima parte della gita.
Dopo qualche decina di minuti si riprende la strada forestale che passa nel bosco rimasta indenne a Vaia.
Si continua a salire per molti chilometri. Interpretando bene l'ambiente e seguendo segnavia e traccia non sempre ottima si esce finalmente dal bosco e l'ambiente cambia radicalmente. Davanti a noi abbiamo una compatta parete di imponenti cime dolomitiche che sbarrano il passaggio. Vien subito da chiedersi: per dove si passerà?
Si continua a salire finché giunti quasi alla fine della valle si nota un grande masso con un bollo di vernice rosso gigante. Non si deve raggiungere quel masso ma stare più sulla destra (salendo) cercando di seguire la debole traccia che porta alla base della parete su cui parte la Ferrata dell'Orsa.
In prossimità del grande masso fino al 1994 sorgeva il Bivacco D. Dordei (oggi non più esistente)
Giunti ai piedi della parete si mettono imbrago, cordini e caschetto si inizia a salire. Consiglio di controllare le condizioni meteo, questo è l'ultimo punto in cui si può fare "dietrofront" agevolmente.
La prima parte della ferrata è la più bella, verticale e difficile. Si inizia risalendo un grande crepaccio verticale sulla parete.
Dopodiché con qualche metro di cengia si esce dal crepaccio e con l'aiuto di scalette si continua a salire la verticale parete con passaggi in grande esposizione.
La prima parte termina in un grande canalone. Da questo punto in poi non si incontreranno più pareti verticali da affrontare ma la difficoltà che ci aspetta ora è la fatica! Sono infatti davvero molti i metri di salita che ancora ci separano dalla Forcella dell'Orsa. Ci si sposta sulla destra e si risale per il piccolo bosco di mughi.
Dopo un po' l'itinerario rientra nel canalone roccioso. Da questo punto in poi non ci sono passaggi verticali ed esposti. Si incontrano altri brevi tratti attrezzati e con facili passaggi su roccette e cenge il sentiero del Dottor porta al grande anfiteatro roccioso in cui, fino a estate inoltrata, è presente della neve.
La traccia segnata su molte cartine escursionistiche porterebbe verso sinistra (salendo) mentre i bolli rossi ed i segnavia indirizzano verso un bel canale di roccia misto erba. Se si segue la traccia riportata sulle cartine si deve superare un ripido canale roccioso che richiede molta esperienza alpinistica.
In caso di roccia umida è anche piuttosto pericoloso. Più sicura anche se altrettanto faticosa è la salita per il canalone roccioso con erba.
Le due varianti tornano a unirsi sopra in prossimità di un secondo anfiteatro roccioso che regala un ambiente di alta montagna di incomparabile bellezza.
La traccia del sentiero sale ripida fino e incontrare nuovamente gli ultimi metri di cavo utili per superare una zona con roccia particolarmente poco stabile. Un ultimo strappo porta alla Forcella dell'Orsa riconoscibile dal paletto con cartello che segna l'inizio del Parco del Paneveggio e Pale di San Martino.
Giungi alla Forcella dell'Orsa tutto all'improvviso si apre uno straordinario panorama sulle Pale di San Martino (zona del Primiero): sotto di noi si estende tutta la Val Canali. Ma di infinita soddisfazione è il panorama alle nostra spalle: con un solo colpo d'occhio si riesce a vedere gran parte della strada fatta che, vi assicuro, è davvero tanta.
Se tanta fatica porta a tanta soddisfazione, una volta giunti alla Forcella dell'Orsa sarete iper-soddisfatti.
Ritorno a valle
Dalla Forcella dell'orsa si scende per una 50ina di metri verso la Val Canali per un sentiero molto difficile su terreno friabile e infido. Appena il sentiero lo permette si tiene la destra e passando sotto immense pareti rocciose ci si immette nel grande e facile sentiero 707 che porta al Passo di Canali (2467 m slm).
Dal Passo di Canali a quota 2469 m slm si prosegue sempre sul segnavia 707 seguendo le indicazioni per la Forcella del Miel. Passando in un bellissimo ambiente roccioso e prativo in pochi minuti si giunge ai 2520 m slm di Forcella del Miel.
A questo punto inizia la lunghissima e faticosa discesa che passando per il Vallone del Miel in un paio d'ore porta al punto di partenza Col di Prà.
Esiste una seconda opzione per accorciare leggermente l'escursione. Anziché giungere alla Forcella dell'Orsa, nei pressi del grande anfiteatro roccioso si vedono i segnavia che portano verso Nord (direzione Forcella del Miel). Se si prende questa traccia si percorre il Sentiero Remo Furlan ed è una via più diretta per arrivare alla Forcella del Miel. In questo caso però non si arriva alla Forcella dell'Orsa.